Guglielmo da Volpiano, monaco italiano venerato come santo dalla Chiesa cattolica che ne celebra la memoria proprio il giorno di Capodanno nella diocesi di Ivrea.
Figlio del nobile svevo Roberto da Volpiano e di Perinzia, forse sorella di Arduino d’Ivrea (Re d’Italia tra il 1002 e il 1014), secondo le fonti sarebbe venuto alla luce sulla magnifica isola di San Giulio, l’unica isola del Lago d’Orta.
Fu allievo di San Majolo e, come monaco, aderì alla riforma che ebbe il suo centro nell’Abbazia di Cluny.
Fu un apprezzato artista ed architetto ed eseguì lavori tra Francia e l’Italia, fondando, tra l’altro, una quarantina di monasteri e chiese.
Con la sua attività contribuì anche al diffondersi in Francia della cultura architettonica romanica e, in particolare, della tecnica della copertura a volta.
Fondamentale fu la sua fondazione dell’Abbazia di Fruttuaria nel comune di San Benigno Canavese, di cui fu anche il primo abate.
Anche qui Guglielmo dette prova della sua perizia architettonica.
Lo stesso Arduino d’Ivrea, che aveva appoggiato la costruzione dell’abbazia, vi si ritirò negli ultimi anni della sua vita e vi morì nel 1015.
L’abbazia, completata nel 1006-1007, seguiva la regola di Cluny.
Della primigenia chiesa romanica presente nell’abbazia oggi è visibile, purtroppo, solo il campanile alto 33 m.
Complessi lavori di scavo archeologico, condotti tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’90, hanno consentito di poter ricostruire la planimetria della chiesa progettata dal nostro.
A ovest, davanti alla facciata della chiesa, si ergeva un quadriportico, mentre, all’interno, sono state riconosciute tre navate poco estese; poco più esteso era il transetto dal quale sporgevano verso oriente due cappelle absidate che, in coerenza con lo schema dell’abbazia di Cluny, fiancheggiavano il coro.
L’area presbiteriale si trovava in posizione elevata rispetto al piano della navata, così da sovrastare la cripta.