Dalle ultime rilevazioni, risultano a rischio estinzione circa 600 specie animali in più rispetto a quelle già note. Le ragioni sono collegate direttamente alla drastica riduzione degli habitat in cui gli animali vivono e al generale aumento dell’inquinamento globale. Anche l’innalzamento della temperatura, soprattutto di quella oceanica, contribuisce a peggiorare la situazione.

Alla voce Specie a rischio Wikipedia riporta:
Il fenomeno naturale dell’estinzione di una specie è un fenomeno biologico molto lento in un ecosistema equilibrato viene compensato dalla comparsa di specie nuove; si tratta quindi di un fenomeno che non impoverisce la varietà degli organismi viventi.

Diversa, e per molti versi allarmante, è invece la situazione creatasi negli ultimi 150 anni, a partire dalla Rivoluzione industriale: molte specie sono scomparse e altre rischiano l’estinzione non in seguito a fattori naturali ma per effetto della pressione dell’uomo sull’ecosistema. Il numero di specie che si sono estinte in questi anni non ha precedenti nella storia biologica.

Se la frequenza delle estinzioni dovesse procedere con l’attuale velocità o, come sembra stia avvenendo, dovesse accelerare, il numero delle specie estinte nella prossima decade potrebbe eguagliare e superare quello osservato in occasione delle grandi estinzioni di massa, l’ultima delle quali, risalente a 65 milioni di anni fa, provocò la scomparsa dei Dinosauri. Si teme in sostanza che sia in corso la sesta estinzione di massa nella storia del pianeta.

“Gli scienziati ritengono che tutti i fattori che estinguono gli animali estingueranno lo stesso genere umano.”

Secondo i dati della Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), un quarto delle specie di mammiferi e un ottavo di quelle di uccelli sono oggi a rischio di estinzione, così come il 25% dei rettili, il 20% degli anfibi e il 30% dei pesci.

Gli attuali metodi utilizzati per la protezione e conservazione della natura usano informazioni come la dimensione della popolazione conosciuta e la loro distribuzione sul pianeta per misurare il pericolo di estinzione con valori che vanno da “minimo interesse” a “pericolo critico”. Gli esperti però hanno oggi una quantità limitata di dati da applicare alle oltre 90.000 specie in grave pericolo, spesso infatti questi dati sono falsi o inaccurati perché alcune specie vivono in aree molto remote e non sono state ancora studiate adeguatamente.

Le specie in grave pericolo sono tantissime e dovremmo cercare di salvarle in modo tale da non permettere la loro estinzione.