La NASA accelera i piani per il suo ritorno sulla Luna e intende portarvi di nuovo gli astronauti entro il 2028, questa volta per restare e per testare le tecnologie utili alla missione umana per Marte. Questa volta, a differenza di 50 anni fa, ha detto Bridenstine, “quando saremo sulla luna, vi resteremo“.
Il piano è di tornare soprattutto “per testare le tecnologie destinate alla futura missione umana per Marte”, ha spiegato all’ANSA il commissario straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Piero Benvenuti. L’Italia ha tutti i presupposti per collaborare all’impresa “perché con la sua industria ha praticamente il monopolio della costruzione dei moduli abitativi della Stazione Spaziale Internazionale e nei prossimi incontri bilaterali con la NASA, l’Asi discuterà della possibile partecipazione italiana al progetto”.
La NASA progetta la costruzione di una stazione orbitale attorno alla Luna, chiamata Lunar Orbital Platform-Gateway, dalla quale partiranno le navette che porteranno gli astronauti sulla superficie lunare. La costruzione e la gestione del Gateway saranno all’insegna della collaborazione internazionale, coinvolgendo gli stessi partner dell’attuale Stazione Spaziale, ossia le agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa), Russia (Roscosmos), Giappone (Jaxa) e Canada (Csa). Con la stazione Gateway, ha proseguito Benvenuti, sarà più semplice scendere sulla superficie lunare e risalire perché “c’è bisogno di meno potenza e quindi meno carburante rispetto ad un veicolo che deve andare dalla Terra alla Luna e viceversa”.
“La costruzione e la gestione del Gateway saranno all’insegna della collaborazione internazionale, come per l’attuale Stazione Spaziale.”
Obiettivo del ritorno sulla Luna, secondo il commissario straordinario dell’Asi, è soprattutto sperimentare le tecnologie in vista della missione per Marte, con la realizzazione di una base “equipaggiata con strumenti che permettano anche di estrarre preziose risorse come l’acqua“. In queste attività gli astronauti avranno degli aiutanti speciali: i robot che arriveranno prima dell’uomo a bordo di capsule cargo, per il cui sviluppo la Nasa ha già stipulato un contratto con nove società.